Olimpiadi: l’ugandese Cheptegei oro sui 10000 metri, Nadia Battocletti in finale sui 5000 metri
10000 uomini
È il padrone della gara più lunga su pista. Dopo tre titoli iridati c’è il trionfo a cinque cerchi nei 10000 metri per Joshua Cheptegei, imbattibile a Parigi con il record olimpico di 26’43”14c. Il primatista del mondo attacca a un giro e mezzo dalla fine: da quel momento gli avversari vedono soltanto la schiena dell’ugandese, già argento a Tokyo (e oro nei 5000). Per il secondo posto emerge in rimonta l’etiope Berihu Aregawi in 26:43.44 beffando di due centesimi lo statunitense Grant Fisher, bronzo con 26:43.46. Fuori dal podio per un soffio Mohammed Ahmed (Canada, 26:43.79) e Benard Kibet (Kenya, 26:43.98). Non c’erano azzurri in gara.
5000 donne (batterie)
È in finale Nadia Battocletti. Nessun problema per la campionessa europea, in pieno controllo nella batteria dei 5000 metri. All’inizio va in fuga la giapponese Yuma Yamamoto (poi 17esima in 15:43.67) che viene ripresa a poco più di quattro giri dal termine, quindi si mette a tirare l’altra nipponica Nozomi Tanaka (a sua volta eliminata, nona con 15:00.62) tallonata dall’azzurra. Nell’ultimo giro nove atlete si giocano gli otto posti in palio con la trentina che corre all’interno ed è terza in 14’57”65c (parziale di 2’43” nel chilometro conclusivo) affiancata a tante big: l’iridata keniana Faith Kipyegon (14:57.56) e l’olandese oro olimpico Sifan Hassan (14:57.65), la plurimedagliata Margaret Chelimo Kipkemboi (Kenya, 14:57.70) e l’etiope primatista mondiale Gudaf Tsegay (14:57.84). “Molto felice per come è andata la gara – commenta l’azzurra, di nuovo in finale, tre anni dopo il settimo posto di Tokyo – anche se speravo di arrivare senza qui senza problemi, ma da un mese ho un fastidio al calcagno e la parte posteriore della gamba sinistra è rigida. Mi sono detta di non pensarci e di guardare avanti. Era una batteria tosta, non erano omogenee, e ho fatto la scelta giusta di andare dietro all’altra giapponese Tanaka per rimanere nelle prime posizioni evitando possibili cadute. Mi dà fiducia il modo in cui ho affrontato la gara, sono stata forte mentalmente ed era quello che volevo da me stessa”.
Non supera il turno Federica Del Buono che all’inizio dell’ultimo chilometro è in coda a un gruppo di sedici atlete ma poco dopo si stacca mentre va a imporsi la keniana campionessa mondiale di cross Beatrice Chebet (15:00.73). L’ultimo posto utile è della venezuelana Joselyn Brea, ottava con 15:02.89, e chiude sedicesima la vicentina in 15:15.54: “Molto amareggiata per la gara peggiore dell’anno qui all’Olimpiade, in una corsa tattica, con tanti spintoni. Ho cercato di stare esterna ma al momento di partire non c’era la brillantezza delle scorse settimane, mi sentivo poco tranquilla per un problema al piede. Era difficile, ma so che valgo il personale e martedì torno in pista nei 1500 con più grinta possibile”.
Fonte Fidal